ETIOPIA

La missione

I Cappuccini Emiliano-romagnoli arrivano in Etiopia a inizi anni settanta, dopo la fine della loro avventura missionaria in India. A metà anni novanta decidono di aprire un fronte inesplorato, nel Dawro Konta (Sud dell’Etiopia). Poco meno di una trentina i frati che hanno vissuto l’esperienza in questi 47 anni. Coloro che sono ancora presenti in Etiopia sono fr. Gabriele Bonvicini, fr. Maurizio Gentilini e fr. Raffaello Del Debole.

Fr. Raffaello è presente in Dawro Konta (Sud dell’Etiopia).
Fuori dal Dawro ci sono fr. Maurizio (Soddo) e fr. Gabriele (Addis Abeba).

I frati in Dawro sono impegnati nella cura pastorale e spirituale di tante comunità cristiane che in questi due decenni si sono sviluppate. Un aspetto molto rilevante è quello del miglioramento delle condizioni di vita: diversi i progetti che riguardano l’ambito didattico (scuole di alfabetizzazione, asili, scuole), quello sanitario (soprattutto con la clinica di Dugga), l’aiuto ai poveri (progetto Dona una pecora).

I due frati che sono fuori dal Dawro sono impegnati nel lavoro di manutenzione meccanica (fr. Maurizio) e di cura della comunità italiana in Addis Abeba (fr. Gabriele).

Da evidenziare che a inizi 2018 i frati etiopi hanno raggiunto la piena autonomia, passando da custodia generalizia a provincia. Tra le province etiope e quella emiliano-romagnola continua il bel rapporto di collaborazione. Da alcuni anni alcuni frati etiopi vengono inviati in Italia, come segno di solidarietà e di aiuto ai frati italiani nel portare avanti le tante iniziative presenti.

Collaborano con noi

Suore francescane missionarie di Cristo

La collaborazione tra le suore francescane missionarie di Cristo e la missione in Etiopia iniziò nel 1972, con un primo gruppo di cinque suore che si recò in Kambatta, in aiuto alla presenza cappuccina.
Nei primi tempi la presenza si concretizzò con l’aiuto delle sorelle infermiere nei dispensari interni e con l’insegnamento ai ragazzi di strada in Addis Abeba.
Soprattutto agli inizi le religiose portarono una testimonianza silenziosa, fatta di sorrisi e di gioiosa presenza, di faccende domestiche, pulizia e ordine degli abiti delle sacre funzioni.

Al primo gruppetto di sorelle italiane giunte in missione, si aggiunsero diverse sorelle etiopi, le quali collaborano sia con i cappuccini italiani che con quelli etiopi nell’insegnamento della morale nelle scuole, nella formazione dei giovani della parrocchia e nella visita alle famiglie e ai poveri.

Ora le suore missionarie francescane di Cristo hanno 8 comunità sparse in 6 Diocesi in tutto il territorio, con 4 dispensari, 7 scuole materne e diversi centri per la promozione delle donne col micro credito.

 

Ancelle dei poveri

L’istituto è nato nel 1951 su intuizione di padre Corrado De Vito, cappuccino missionario nel Nord dell’India e primo vescovo di Lucknow (India). Il legame delle Ancelle con il carisma cappuccino è quindi all'origine della loro fondazione.

Nell’India di quegli anni, le ancelle avrebbero finalmente risposto alla necessità di prendersi cura dei bambini abbandonati, degli orfani e delle donne in difficoltà andando nei villaggi e testimoniando la salvifica presenza di Cristo.

Le ancelle si consacrano nel mondo per mezzo dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza così da trasformare il mondo agendo in esso come lievito. La scelta prioritaria è di conservare lo stato di laiche ed essere aperte a svariate forme di apostolato e di servizio in luoghi e circostanze non raggiungibili da sacerdoti e religiosi.

Sono presenti in Italia, Inghilterra, Etiopia e India. Con noi hanno a lungo collaborato nella missione in Kambatta (Etiopia), dove sono ancora presenti a Taza, Jajura, Timbaro, Pawe e Humbo.

 

Sorelle della provvidenza per l'infanzia abbandonata

Quando, nel 1920 mons. Francesco Torta inizia le pratiche per la fondazione di questa congregazione non voleva creare l’ennesimo orfanotrofio, ma voleva dare cuori di mamma a quei bambini che erano stati privati dei più importanti legami famigliari.

La prima consacrazione di quattro religiose avviene il 19 marzo 1921, festa di san Giuseppe. A loro vengono affidati subito quaranta bambini.

Sull’esempio di quelle quattro consacrate, la congregazione cresce velocemente, e, dopo aver aperto diverse case in Italia, nel 1971 le prime tre missionarie partirono per l’Africa: da allora le loro missioni sono divenute sette in Etiopia, una in Kenya e una in Tanzania.

La nostra collaborazione con loro è particolarmente importante a Gassa Chare, una delle stazioni missionarie principali dell’Etiopia: qui gestiscono un asilo con centinaia di bambini e una piccola clinica.

Il Vangelo della povertà e della pace

La nostra missione in Etiopia ha il sapore dell’annuncio del Vangelo ai poveri e ai non cristiani nel sud del Dawro Konta. L’annuncio del Vangelo di Dio ai pagani da parte dei missionari è, come dice l’apostolo delle genti, “perché possano essere un’oblazione gradita a Dio e santificata dallo Spirito Santo” (Rm 15,16). Sono i pagani che ci annunciano la parola del Vangelo: “davvero tu sei il salvatore del mondo” (Gv 4,41) e la loro offerta è per la nostra salvezza. L’Etiopia del sud ci chiama a non stare fermi, a non rimanere chiusi nelle nostre comunità provinciali, ad andare nel mondo intero e scoprire che Dio è venuto a dare la vita per tutti.

Voci della missione

La gente è contenta sia dei missionari sia dei frati locali. Le strutture che abbiamo sono messe a disposizione di tutti e contribuiscono ad elevare il tenore di vita di tutti. Qui la povertà non è considerata una virtù, perché c’è troppa miseria.

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Fr. Antonios Alberto Awano Missionario

In Etiopia la Parola di Dio è tenuta in grande onore: molti cristiani di confessioni diverse si fanno scrupolo di possedere la Bibbia, la leggono, la meditano, pregano con essa.L’annuncio della parola di Dio resta dunque fondamentale. Ma ciò che maggiormente colpisce il cuore e la mente della gente è vedere le opere di carità a favore dei poveri.

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Fr. Gabriele Bonvicini Missionario

Ho trovato facilmente il mio posto in missione ed è un ruolo importante a sostegno dell’attività di apostolato. Tenere in ordine e ben funzionanti i mezzi con cui potersi muovere e affrontare una realtà difficile come quella in cui viviamo è fondamentale: è un compito materiale con risvolti spirituali.

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Fr. Maurizio Gentilini Missionario

Se una scuola è seria diventa un esempio, al punto che l’ultimo anno degli insegnanti che erano universitari, avendo un po’ di tempo libero a disposizione, mi offrirono il loro aiuto per la mia scuola. Alla fine degli anni di studio, tra tutti i partecipanti alle prove finali i ragazzi col punteggio più alto provenivano dalla nostra scuola.

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Fr. Raffaello Del Debole Missionario

La nostra presenza in ogni villaggio è assicurata da una piccola chiesetta che in molti casi fa anche da fidel, la scuola di alfabetizzazione per i bambini. All'inizio si tratta di strutture in canne ed erba che poi, pian piano, vengono sostituite da capanne in legno e argilla, e infine con casette in lamiera più sicure e stabili.

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Fr. Renzo Mancini Missionario

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I missionari in Etiopia

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Fr. Gabriele Bonvicini

Missionario

Nato a Reggio Emilia nel 1940, approda in Etiopia nel 1972, quando ancora non aveva concluso gli studi religiosi, che completò ad Asmara, in Eritrea, dove fu ordinato sacerdote nel 1973 secondo il rito locale. Rientra in Italia per lo studio dell'inglese, poi torna in Etiopia nel 1974, dove rimane come missionario fino ad oggi. Ora è cappellano della comunità italiana ad Addis Abeba.

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Fr. Raffaello Del Debole

Missionario

Nato a Castiglion Fiorentino, entrò a far parte della famiglia cappuccina dell'Emilia-Romagna nel 1955 e divenne sacerdote nel 1963. In Etiopia dal 1972, fondò una comunità scout a Timbaro, che riuscì a mantenere viva nonostante il divieto della dittatura. Molto legato alla figura di don Milani, ha cercato di replicarne il metodo di insegnamento. Ora è responsabile della clinica di Duga.

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Fr. Maurizio Gentilini

Missionario

Fr. Maurizio nasce a Pietracolora di Gaggio Montano, diventa  frate nel 1967. In missione si è occupato principalmente della Scuola dei mestieri di Soddo, come direttore e come insegnante. La scelta di rimanere fratello laico, gli ha permesso di mettersi a servizio delle fraternità in molti modi: è proverbiale la sua capacità nel riparare i mezzi di trasporto dei missionari.