GEORGIA
La missione
Cacciati nel 1845 dalla Georgia, i cappuccini vi ritornano dopo 167 anni, nel 2013, invitati dal vescovo mons. Pasotto, amministratore apostolico dei latini del Caucaso.
A conclusione del sinodo della chiesa cattolica di Georgia, il vescovo ha chiesto al ministro generale dei Cappuccini di inviare alcuni frati in Georgia. La risposta è arrivata nel 2013, quando sono arrivati i primi due frati. Dal 2013 al 2018 c’è stata la presenza di frati provenienti dall’Emilia-Romagna (fr. Filippo), dal Veneto (fr. Fabio), dalla Sardegna (fr. Attilio), da Varsavia (fr. Tomasz).
Il luogo che accoglie i frati è Alkhaltzikhe, una città di oltre 25.000 abitanti, ai confini con la Turchia, con una piccola università, un bel complesso medievale recentemente ristrutturato dal governo per incentivare il turismo. La zona è sostanzialmente povera, caratterizzata dall’agricoltura e bisognosa di religiosi che si dedichino soprattutto alla formazione dei giovani. Ci sono anche due presenze di vita religiosa femminile.
Un primo ostacolo che i frati trovano è l’apprendimento della lingua, ritenuta una delle più difficili al mondo da imparare, e quindi è necessario dedicarvi parecchie energie. Ai frati è affidata la cura pastorale di una parrocchia. Il vescovo aveva chiesto espressamente i cappuccini perché, oltre al legame storico con questa terra, secondo lui erano adatti a garantire una presenza di vita consacrata capace di promuovere la vita fraterna, la preghiera, l’apostolato con i cattolici presenti, il dialogo ecumenico.
Grazie al contributo e all’impegno dei frati (tra questi evidenziamo fr. Filippo, presente dall’inizio alla fine dell’esperienza) la presenza francescana è divenuta lievito di comunione e di incontro in città, con una attenzione ai più giovani, alle famiglie e agli anziani.
Il ministro generale ha affidato dal 2019 questa missione alla Provincia polacca di Varsavia.
Il Vangelo dell'unità
Dalla Georgia ci arriva con forza il vangelo dell’unità, cioè l’urgenza che tutta la Chiesa, tutte le comunità e ciascuno di noi viva in continua conversione, provando a passare dalla disgregazione alla unità, dalla divisione alla comunione. Là si percepisce con amarezza e con evidenza la tensione e la divisione tra cristiani. Stando in Georgia si tocca con mano il bisogno che abbiamo di Dio, della sua misericordia. Difficoltà sotto vari punti di vista: rapporto con gli ortodossi, la difficoltà di una lingua complessa, le relazioni tra frati di diverse provenienze, la collaborazione tra le province del Nord Italia. Per vivere l’unità, occorre attingere a motivazioni alte…