Prime news dai nostri missionari dopo il grande terremoto che ha devastato il paese nella notte fra domenica e lunedì…
In queste giornate fr. Matteo, segretario delle Missioni, ha cercato di contattare tutti i nostri missionari in Turchia, che stanno vivendo come tutta la popolazione turca momenti drammatici.
Possiamo dire che i missionari stanno abbastanza bene, sono ovviamente tutti molto impressionati per la forza del sisma, ma nonostante le difficoltà si sono messi a servizio della popolazione, portando viveri, acqua e aiuti di ogni tipo.
Nella giornata di ieri, martedì 7 febbraio, fr. Matteo si è messo in contatto con il superiore di Istanbul, fr. Pawel, il quale gli ha detto che proverà ad andare a Mersin in aereo per portare aiuti, se l’aeroporto di Adana sarà aperto, in quanto la strada non è praticabile. Lui e fr. Roshan proveranno ad andare ad Antiochia, dove i frati dormono in auto perché il convento non è sicuro. Mancano soprattutto acqua e cibo e proveranno a portare loro un po’ di rifornimenti. A Mersin ospitano in convento circa 60 persone che dormono e vivono nel salone, alcune vengono da Iskenderun.
Fr. Matteo ha sentito fr. Roshan: anche loro cominciano ad avere scarsità di mezzi per aiutare tutte quelle persone. Oggi, mercoledì 8 febbraio, fr. Roshan avrebbe fatto un tentativo di andare ad Antiochia per portare aiuti di prima necessità ai frati. Sembra che la maggior parte delle case di Antiochia siano cadute o non abitabili.
Fr. Francis e fr. Royston che si trovano proprio ad Antiochia hanno scritto che stanno bene, ma non è stato ancora possibile parlare con loro. Padre Domenico Bertogli, che è in contatto quotidiano con fr. Francis, che gli è succeduto come parroco ad Antiochia, ha raccontato: «la nostra parrocchia è rimasta in piedi. È un edificio basso, e ha retto l’urto delle scosse. Solo la casa d’accoglienza ha subito gravi danni. Ma la moschea e il minareto che erano proprio accanto alla parrocchia sono crollati. Sono state sventrate anche due moschee importanti della città, come pure la chiesa ortodossa e la chiesa protestante». Dalle sue parole riportate dall’Agenzia Fides (link sotto) sappiamo che la piccola parrocchia ha aperto le porte per accogliere le famiglie di sfollati che abitavano nei paraggi perché qui «Si sentono più sicuri, perché la parrocchia ha il giardino che rappresenta una via di fuga subito accessibile, in caso di nuove scosse. (…) C’è bisogno di cibo, di tende e coperte. C’è bisogno di tutto».
In tanti ci state chiedendo come poter aiutare queste popolazioni. Possiamo dirvi che insieme al ministro provinciale fr. Lorenzo Motti e il Ministro generale dei frati cappuccini stiamo cercando il modo di portare aiuti concreti e accettare donazioni. Spediremo presto una newsletter per aggiornarvi sulle modalità di aiuto, quindi vi invitiamo ad iscrivervi (qui).
Articolo dell’Agenzia Fides: qui